I materiali della “Meccanica celeste”

1) 10.aprile.2004
(edito su XIX) Del giovedì santo a Castiglione
Sono in Garfagnana, la terra dei miei cugini silvestri, la mia casa ancestrale. Giovedì notte a Castiglione ho partecipato a un rito molto antico e molto coinvolgente,  e commovente: il Cammino del Crocione. Fa parte delle molte tradizioni della Settimana Santa della cristianità etnica, ma ha una sua singolarità, è una Via Crucis molto particolare, oltre al fatto che si svolge un giorno prima dello stabilito. Il Cristo che porterà la  sua pesante croce per le erte vie del paese è un ignoto. Viene estratto a sorte tra i candidati che si presentano durante l’anno alla Confraternita del Procione e segretamente viene preparato fino a che, incapucciato fa il suo ingresso nella chiesa. Lì, Giuda lo bacia e lo tradisce, lì viene bastonato, gli vengono poste delle catene ai piedi, viene caricato della croce e spinto fino al suo Golgota, non senza essere caduto per strada almeno tre volte. Assiste tutto il paese al suo cammino, tutto, dai ragazzini del centro sociale ai vecchi legnaioli, ma per quanto dura il rito altro non si sente che levarsi in aria il rumore delle sue catene, l’affanno del suo respiro e l’afflato di pena e dolore della gente che gli cammina accanto.
 A me così urbano e sofisticato questo antico rito di montanari insegna qualcosa di profondamente, intimamente cristiano. Il Cristo non ha da avere volto, immagine, identità. Il Cristo, per sua stessa voce, è in tutti quelli che soffrono ingiustizia e cattività, fame e solitudine, malattia e fame. L’incapucciato e incatenato del Crocione è l’alfiere della moltitudine di poveri cristi che si presenta al nostro cospetto per riscuotere la cambiale che l’umanità dei credenti ha firmato col figlio di Dio duemila anni or sono sulla Collina dei Teschi. Viene a pretendere ciò che gli spetta: fraternità, giustizia, amore, pane. Pietas. Pace. La Passione a cui ho partecipato a Castiglione si svolge non in un altro contesto, ma in un altro universo, culturale, religioso e ideale, da quello della Passione in programma nelle multisale di tutto il mondo. Per quanto mi riguarda io sto bene qui, al fianco del Cristo garfagnino non lì, al cospetto del Cristo di Arma Mortale.
Alla fine della processione mi sono fermato a parlare con un frate, un uomo che per vivere la sua fede si è messo in viaggio dalla Sorbonne di Parigi per fermarsi alla fine tra queste montagne. Abbiamo parlato della Passione dell’oggi, abbiamo parlato della guerra, della Pace. Abbiamo scoperto di avere un’abitudine in comune: ambedue usiamo il meno possibile la parola Pace. Perché la si preservi, almeno per quanto è in nostro possesso, dal rivoltante processo di mistificazione, di prostituzione, di dissoluzione a cui è condannata dai padroni della parola. Si, ha detto il frate, Pace è una parola che mantengo con cura, una parola da usare la domenica. Oggi è la domenica della Pasqua cristiana.
Per favore, vi prego, oggi più che mai che stringerete in abbraccio il vostro sconosciuto vicino augurandogli con quello che rimane del vostro cuore: la pace sia con te, oggi che affetterete la colomba glassata senza poter fare a meno di ricordare che ciò che metterete sotto i denti è la silhoutte della colomba di pace, considerate da quanta sporcizia è sommersa questa parola, quanto è stata traviata e con quanta violenza la si è scarnificata del suo senso, della sua materia. Anzi, non nominatela invano; cercate di usarla il meno possibile questa parola, a risparmiarla più che potete. Dico a voi che credete ancora in qualcosa di sacro e ritenete che ci sia il sacro nelle parole di verità e ignominia nella menzogna. la pace non è uno slogan pubblicitario, non è retorica politica, non è la “mia” pace. La pace è concreta materia della vita, allo stesso modo, e opposto, della guerra. Non è un indefinito auspicio politico, ma un ben definito stato delle cose. Un bambino che si nutre, che agisce con gioia, che accede al sapere è un bambino che vive nella pace. Un bambino che muore sotto un colpo di cannone è un bambino che muore nella guerra. E se qualcuno, fosse anche il beneamato presidente della repubblica di questo paese, ha l’ardire di proclamare portatore di pace il soldato che ha premuto l’otturatore di quel cannone, anche il beneamato presidente prostituisce la parola Pace al mercato di una retorica priva di verità. Anche se quel soldato si fosse prodigato a distribuire biscotti affacciandosi dal suo carrarmato fino al giorno prima. I biscotti conservati nella stiva di una carrarmato sono biscotti del tempo di guerra non del tempo di pace. Non voglio sentirmi dire da un cappellano militare: la pace sia con te, non voglio sentirmi dire da un ministro in giubbotto antiproiettile: siamo qui a portare la pace. Ma la ascolto con cuore aperto nell’affanno dell’incapucciato Cristo di Garfagnana.

2) 26.maggio 2004 Delle donne garfagnine
Progetto per l’Amministrazione provinciale di Lucca e il titolo: “La fatica delle donne garfagnine”. Del progetto è poi stato fatta una serata sotto forma di una non meglio precisata “rappresentazione scenica”.
Oggetto: proposta per la promozione della cultura storica del lavoro femminile nell’Alta Lucchesia.
La fatica delle donne di Garfagnana.
Racconto multimediale da proporre come serata di rappresentazione scenica.
È evidente e forte nelle testimonianze orali che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare, la persistenza di un‘epica della fatica femminile, del lavoro che non è semplice mansione, ma condizione, cultura e anima. Un’epica, appunto, come elaborazione e  conservazione di una nobiltà del vissuto delle condizioni materiali di vita. I racconti che abbiamo ascoltato sono ampie costruzioni letterarie, sia questa un’elaborazione volontaria o semplicemente una necessità interiore.
Abbiamo già raccolto e continueremo a raccogliere questi racconti che sono spesso sceneggiati in quella forma di teatro ancestrale che è la veglia.
Ne sceglieremo per la composizione e la messa in scena di un “racconto dei racconti” non più di tre, quattro. Saranno piccole epiche eroiche nel modo naturale, privo di retorica, ricco di suggestioni fantastiche in cui ci sono stati raccontati:
Il viaggio notturno attraverso il bosco di una bambina che porta al metato il suo sacco di castagne
L’apertura della scuola perduta nelle selve di una maestra di montagna
Il viaggio dal fiume al cantiere delle portatrici di sabbia
Il lavoro della cartiera
Il lavoro della tessitura
Sono alcuni dei temi che abbiamo già rilevato.
La nostra idea è quella di riproporli sotto forma di spettacolo multimediale, che utilizzi dunque in contemporaneità di tema e di luogo linguaggi diversi, arcaici e contemporanei che si sostengano l’uno all’altro per ampliare e rendere al massimo la potenzialità comunicativa.
In linea di massima ci sarà un conduttore-narratore il cui compito è di dare continuità ai diversi elementi: filmati, fotografie, musiche e oggetti materiali. Per fare un esempio, narrando della filatura con immagini e testimonianze registrate, ci sarà sulla scena un cassettone contenente un intero corredo così come veniva preparato e composto. Il racconto della filatura diventa anche il racconto di ciascuno degli oggetti del corredo, il suo significato, il suo valore, il suo uso, la storia della sua proprietaria, delle generazioni che l’hanno avuto in dote…..
È di fondamentale importanza precisare ancora che non si intende proporre un programma di documentazione etnografica, ma un racconto, un insieme di racconti proposti in forme diverse che narri una piccola nobile epica della vita quotidiana.
Per questa ragione, per come è strutturato il lavoro di ricerca e la sua elaborazione “letteraria” pensiamo che sia interessante proporre le sue parti narrative come percorso di animazione nelle scuole medie inferiori e superiori. L’esperienza  già maturata in numerosi incontri con gli studenti indica un loro particolare interesse nell’ascolto e nell’elaborazione creativa delle informazioni scambiate attraverso il racconto orale. Se l’Amministrazione è interessata sarà possibile realizzare per l’anno scolastico 2004*2005 una serie di incontri con classi che già seguano o intendono seguire un percorso didattico sia di elezione storico antropologica e sociologica che letteraria.
Maurizio Maggiani, Nazzareno Belleggia

3) 24.luglio.2004 (secolo XIX) La Santarellina
Ho conosciuto in piccola vecchia casa di un remoto paese di Garfagnana una piccolissima vecchia signora. Si chiama Santarellina e ha una bella e vaporosa permanente color mogano, due pendini di oro antico ai lobi delle orecchie e un largo sorriso lucente di due capsule d’oro. La signora Santarellina mi ha parlato nella sua lingua garfagnina seduta nobilmente eretta, muovendo l’aria  intorno a sé con le sue piccole mani ossute perché potessi meglio capire concetti distanti, e mi ha così raccontato la sua storia. È un nome da orfana Santarellina Floridoro, un bel nome da trovatella. La sua orfanità è finita a otto anni, quando una famiglia di contadini se l’è presa per fare i mestieri in una casa di molti uomini e niente serve. A dodici anni è sembrata così robusta e capace che un’altra famiglia contadina se l’è presa per fare i lavori pesanti del bosco. Così fino ai vent’anni Santarellina ha curato la selva di castagni e ha portato i suoi carichi. Alla stagione sua, una cesta di cinquanta chili di castagne dal bosco al metato in alto, dove le castagne vengono messe ad affumicare, e da lì al mulino dove diventano farina. E a vent’anni era già  pronta per migrare, presa da un’altra famiglia con maggiori ambizioni di fortuna. Per trentacinque anni e dodici ore al giorno, Santarellina ha fritto fish & cips a Newport. Non ha chiaro  che paese fosse Newport e quanto fosse bello, perché non ha mai avuto il tempo per dargli un’occhiata, ma ricorda come d’estate friggesse per i turisti anche due quintali di pesciolini e due di patate in un solo giorno. E poi, nel cuore della sua maturità cinquantacinquenne, con i polmoni un po’ troppo saturi d’olio e una borsetta con dentro un pacchettino di sterline, si è affrancata dalla servitù, è tornata al paese e ha messo su un commercio, uno di quei negozietti di montagna dove in due metri quadrati trovi quel poco e il tutto che serve a tirare avanti una vita e una casa. Finché anche quell’età è finita, e adesso Santarellina vive di tutto ciò che è, di tutto  ciò che ha fatto. Racconta di quando portava castagne nella notte del bosco salendo il monte con gli zoccoli che battevano sulla pietra serena. Racconta del peso, della fatica, del dolore, del silenzio e dei lupi. Racconta della sua solitudine –“sono nata vedova, io”- e del suo orgoglio –“mi dicevano da bimba che mi sarei fatta gobba per i pesi e invece sono ancora diritta”. E racconta una quantità di storie, così che la sua vita mi sembra gigantesca, monumentale, infinita. Ma nel suo racconto, e negli occhi e nelle mani e sulla bocca, non trovo mai ciò che sono indotto a cercare: la traccia di un dolore intollerato, di una tragedia soverchiante, di una miseria disumana. La signora Santarellina sembra unicamente compresa del fatto, inoppugnabile, di essere oggi, qui, gioiosamente viva. E questo successo –straordinario ai miei occhi- fa giustizia di ogni altra cosa; riduce a puro accidente quello che, anche solo ad averlo succintamente scritto, non può  che apparirmi come tragedia di miseria, di ingiustizia, di malvagità. Mi sorprende come Santarellina racconti la storia della sua vita in perfetta coscienza e assolutamente priva di rancore. Gioiosa e magnanima perché vittoriosa; non solo abbastanza forte per portare pesi, ma più forte di ogni peso sopportato.
E mi rendo conto di quanto la vecchia, eretta, ricciuta Santarellina, sia più forte di me.  Di me che non riesco ad essere né più grande né più forte dei modesti danni che la vita mi ha inflitto. Che ci navigo dentro quei danni come se il rancore fosse una risorsa, e la coscienza di ciò che sono, di ciò che è stato, dovesse alimentarsi dell’insostenibile morso dei pesi che ho portato. E so anche di non essere solo in   questa debolezza. Direi addirittura che siamo i più. Forse non è giusto chiederci di essere grandi come Santarellina, forse non serve neppure a quanti tra noi non hanno dovuto né dovranno cimentarsi nella vita come lei ha dovuto. Ma mi chiedo cosa ci potrà essere di buono in  un vecchio signore, come spero di arrivare ad essere, che racconta le sue storie senza il sorriso di Santarellina, senza la schiena diritta, senza la sua gioiosa coscienza. E mi viene da credere che se nel corso di questo secolo e di queste generazioni qualcuno potrà incontrare ancora una signora Santarellina sarà assai probabile che la troverà altrove da qui. facilmente tra quegli uomini e quelle donne che saranno sopravissuti ai naufragi, alle deportazioni e al disprezzo, quelli che chiamiamo disperati e da cui ci difendiamo come  dai lupi Santarellina. Quelli che ci sembra impossibile possano sopravvivere ai pesi che noi stessi infliggiamo loro. Qualcuno almeno tra loro sopravvivere, invece, e qualcun altro lì starà ad ascoltare, e continuerà ad imparare.

4) 22.01.2005 (secolo XIX) Della vita e delle politica in Garfagnana
Credo che sia successo qualcosa di importante in Puglia quando una settimana fa ottantamila elettori simpatizzanti della sinistra si sono messi di buona voglia a scovare i seggi allestiti –e ben nascosti- per concedere loro la possibilità di scegliersi il candidato a presidente della regione. Sganciando pure un euretto a testa  per esercitare questo nuovo loro diritto. Non credo che elezioni primarie siano la forma perfetta della democrazia –se mai la democrazia potrà essere perfetta- ma sono una forma, sono un modo. E il risultato è sorprendente solo se abbiamo scarsa familiarità con la gente che sente il bisogno di dire la sua in fatto di rappresentanza democratica. Vai a vedere te che dopo l’avvenimento sorprendente possa capitare anche quello inverosimile? E se la Puglia scegliesse di eleggere a presiederla un gay, come già hanno deciso i cittadini di Londra e Parigi? Se Parigi avesse lu meri sarebbe ‘na piccola Beri, dicono di loro stessi i baresi. Chissà.
Ma se in Puglia è successo qualcosa di importante, io ho avuto l’onore di assistere a un vero e proprio evento storico. Giovedì, in un’osteria di Metello, frazione di centodieci abitanti nella valle di Soraggio, la valle più segreta e distante della distante Garfagnana, ho partecipato a una cena –menù: biroldo garfagnino, prosciutto bazzone, zuppa di farro e frittelle di neccio- di cui ero il sedicesimo convitato. Gli altri quindici erano abitanti della valle che vado così a presentare: una giovane coltivatrice di fiori e due giovani contadini, tre studenti universitari, tre operai delle cartiere di Lucca, un manager di multinazionale, due impiegati della comunità montana, una maestra, due pastori. Gente che ha deciso di vivere nella propria valle, anche se deve, come l’altra sera, farsi largo tra la neve a palate per andare a cenare; anche a costo di pagare un sacco di soldi di collegamento internet per stare appresso al mondo. I quindici abitano le tre frazioni della valle, che complessivamente fa 570 abitanti; alla cena partecipavano quattro valligiani su cento. La cena dei quindici è periodica; si incontrano per discutere di politica applicata alla loro valle, alla loro vita, ai loro bisogni. Hanno tutti votato per i partiti di centro sinistra, ma nessuno di quei partiti si è dimostrato all’altezza delle loro aspettative. Vorrebbero fare e non lasciar fare, come gli viene richiesto. Vorrebbero che i loro rappresentanti, semplicemente, li rappresentassero. E siccome questo non accade, si arrangiano da soli. Infatti a cena hanno discusso, proposto, deciso; si sono divisi su alcuni argomenti e riuniti su altri. Hanno preso iniziative a suo tempo, le stanno portando avanti. Fanno cose concrete per se stessi e per gli altri. Sono una potenza enorme. Fare un po’ di conti: se ciò accadesse a Genova, ad esempio, ci sarebbero a cena 2800 persone, a Roma 16000, il 4% della popolazione, appunto. Non c’è partito, lobby, potere forte in grado di mobilitare tante persone, e quelli di Soraggio si sono auto mobilitati.  Secondo me quei quindici cambieranno la storia, quella della loro valle. Non hanno altre ambizioni.
A Soraggio come in Puglia, e chissà in quali altre parti del Paese, stanno accadendo cose che hanno a che fare con il bisogno di democrazia, di rappresentanza, di partecipazione. In un Paese che troppo in fretta si è pensato, si è voluto pensare, abitato da plebi asserenti –da scolari dodicenni nemmeno troppo profittevoli, come ha definito i suoi elettori il nostro primo ministro-  c’è chi va in cerca di ogni minimo varco nella fortezza del potere politico per assumersi una qualche responsabilità di cittadinanza, per professarla e rivendicarla. Io so di gente di sinistra, ma non sono certo che debba essere solo così.
E il potere politico come accoglie e come risponde? Organizzandosi per neutralizzare ogni proditorio attacco alla sua primizia, da qualsiasi parte provenga. la Toscana, regione di pertinenza della Garfagnana, ha approvato una legge elettorale che rende impossibile, di fatto, qualunque forma di decisione diretta dei cittadini elettori. La Liguria sta lavorando a una riforma che, qualunque sia il giudizio dell’elettorato sui candidati, ne possano essere eletti un bel mazzetto di garantiti dai partiti. Tutti d’accordo, i partiti, naturalmente. Il Paese si è espresso a suo tempo per un sistema maggioritario, ma non vuol dire. La gente, ne sono certi, ha altre preoccupazioni. Se c’è  una ragione prima per cui la sinistra dovrebbe distinguersi a occhio nudo dalla destra, dovrebbe essere proprio qui: nell’idea che la democrazia è responsabilità diretta di tutti, è partecipazione di ognuno alle responsabilità. E che nessuno e per nessun motivo possa sfuggire al giudizio dei cittadini. Che la destra abbia riluttanza ad affermare i principi di cittadinanza, si può anche capire, ma la sinistra? A chi sta parlando la sinistra in questi giorni, chi sta guardando mentre parla? Certe volte mi chiedo se non ci sia un’ombra di infastidito disprezzo in certi sguardi, in certi toni, con cui i leader, i vice leader, gli attendenti dei vice e i segretari degli attendenti, si rivolgono agli interrogativi miei e di qualche altro milione di disgraziati come me. O è quello, o è che proprio con la loro zucca non ce la fanno ad afferrare l’idea che fare politica è fare servizio alla cittadinanza e non assicurarsi il posto di lavoro più sicuro e più ricco di benefits oggi disponibile nel paese.

5) 5.02.2005. Il Canto del Mondo
Garfagnana – Le Voci del Mondo (presentazione per “Il canto del mondo”) Due edizioni. Estate 2005. Estate 2006.
La Garfagnana è un’identità che si è formata in una singolarità geografica fisica e umana che permane oltre le epoche. È per chi ci vive, per chi ci è nato, per chi ci torna, radici che si sono fatte albero, un albero che vive da millenni, che conserva le tracce fossili delle sue età, che ad ogni mutare di stagione porta nuovi segni sul tronco e nuovi germogli sui rami. È nell’immaginario di chi vi si è nei secoli inoltrato e ancora la transita un luogo dell’Altrove, un luogo del Fantastico. Per gli uni e per gli altri è un luogo di narrazioni. I garfagnini hanno costruito nel tempo macchine di  narrazione complesse e originali, hanno insegnato qualcosa all’Ariosto, hanno imparato forse qualcosa da lui. I garfagnini ancora hanno una sorta di coazione alla costruzione del fantastico e con quello alimentano il loro albero, la propria identità. La Garfagnana è una Voce.
Proponiamo di dare spazio a questa voce, di fare rivivere e di creare uno spazio della narrazione, di fare della Garfagnana il corpo e il luogo delle Voci del Mondo.
È un’idea che si sviluppa progressivamente e che richiede un congruo periodo di tempo per assumere la sua complessiva immagine e materia.
Produrre narrazione orale con le risorse del comprensorio, risorse umane, intellettuali, culturali, fisiche, rivitalizzando la tradizione e creando nuove forme di narrazione. Raccogliere storie e riproporle. Chiamare a dare forma alle voci i narratori che già stanno sperimentando questo ambito. Raccogliere altre voci del mondo, ospitarle e riproporle
Offrire vari  livelli di “consumo” di ciò che è stato raccolto e creato.
Impegnare il territorio, dalle case e le corti delle sue frazioni alle piazze e ai grandi spazi delle sue città.
La Garfagnana diventerà un punto di riferimento del paese e dell’Europa per chi si occupa, ha piacere, è curioso del raccontare.

FESTIVAL IL CANTO DEL MONDO 2006
PROVINCIA DI LUCCA
Comune di Villa Collemandina
Corfino – Piazza del Santo
Sagrato della Chiesa
10 Agosto ore 21
Lisetta Luchini
Ascoltate quante storie…
Lisetta Luchini –voce e chitarra
Luca Di Volo- sassofoni, clarinetti, violini, …
Eleonora Tassinari- fisarmonica, violoncello, voce…
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso il Teatrino Parrocchiale di Corfino – Piazza del Santo

Comune di San Romano in Garfagnana
Borgo – Sagrato della Chiesa
12 Agosto  ore 21
Alba Donati Il Mondo salvato dai ragazzini
di e con Alba Donati
in caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso il Palazzetto dello Sport

Comune di Giuncugnano
Varliano
13 Agosto ore 15.30
Compagnia del Maggio della Val d’Asta
(Reggio Emilia)
Maggio Epico
ore 21.00
Località Magliano
Elisabetta Salvatori
La Bella di Nulla
di e con Elisabetta Salvatori
Matteo Ceramelli-violino
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà in un luogo coperto

PROVINCIA DI MASSA CARRARA
Comune di Licciana Nardi
Località Tavernelle
2 Agosto ore 21
Marco Cattani Group
Spettacolo di canzoni d’Autore
sulle storie dell’ Emigrazione
Roberta D’Alò-voce e piano
Marco Cattani- chitarra e arrangiamenti
Fabrizio Desideri- sax e clarinetto
Pietro Bertilorenzi – basso
Michele Vannucci- batteria
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso l’Ex-Colombera

Comune di Licciana Nardi
Castello di Terrarossa
8 agosto ore 21
Proiezione del Video
E ci toccò partire. Un secolo di emigrazione toscana
Italia, 2005 
Prodotto da
Comunità Montana della Lunigiana – Assessorato alla Cultura
Museo della Gente di Toscana – Castello di Lusuolo – Mulazzo
Regione Toscana – Assessorato alla Cultura
Consiglio dei Toscani dell’Estero 
Presentazione con interventi di:
Paolo Bissoli – Assessore alla Cultura e Turismo della Comunità Montana di Lunigiana
e Direttore del Museo Regionale dell’Emigrazione
Caterina Rapetti – Componente Ufficio di Presidenza  del Consiglio dei Toscani all’Estero

Comune di Comano
Parco Comunale di Comano
15 luglio  ore 21
Tandarandan
Epata, la Musica delle stagioni
Elisabetta Piastri : flauti ,voce
Stefania Gussoni: clarinetto, voce
Mauro Manicardi: piva, organetto, voce
Maurizio Cavalli: chitarra, voce
Roberto Mazzi: ghironda, voce
David Virgilio: violino, tastiera, voce
Roberto Fatticcioni : basso
Marco Guidi : percussion
In caso di pioggia gli  spettacoli  si svolgeranno  nella Chiesa di Crespiano

Comune di Comano
la Pieve di Crespiano
18 Agosto ore 21
Elisabetta Salvatori
La Bimba che aspetta
di e con  Elisabetta Salvatori
Matteo Ceramelli- violino
Davide Germini- fisarmonica
In caso di pioggia gli  spettacoli  si svolgeranno  nella Chiesa di Crespiano

Comune di Fivizzano
Località Sassalbo – Piazza
3 Agosto ore 21
Maurizio Maggiani
Un Racconto
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Fivizzano
Ostello degli Agostiniani
9 Agosto ore 21
Proiezione del video
E ci toccò partire. Un secolo di emigrazione toscana
Italia, 2005 
Prodotto da
Comunità Montana della Lunigiana – Assessorato alla Cultura
Museo della Gente di Toscana – Castello di Lusuolo – Mulazzo
Regione Toscana – Assessorato alla Cultura
Consiglio dei Toscani dell’Estero 
Presentazione con intervento di:
Paolo Bissoli –  Assessore alla Cultura e Turismo della Comunità Montana di Lunigiana
e Direttore del Museo Regionale dell’Emigrazione

Comune di  Filattiera
località la Rocca Sigillina
23 Luglio ore 21
Proiezione del Video
E ci toccò partire. Un secolo di emigrazione toscana
 Italia, 2005 
Prodotto da
Comunità Montana della Lunigiana – Assessorato alla Cultura
Museo della Gente di Toscana – Castello di Lusuolo – Mulazzo
Regione Toscana – Assessorato alla Cultura
Consiglio dei Toscani dell’Estero 
Presentazione con intervento di:
Paolo Bissoli – Assessore alla Cultura e Turismo della Comunità Montana di Lunigiana
e Direttore del Museo Regionale dell’Emigrazione
 In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso un luogo coperto

Comune di  Filattiera
Località Serravalle
10 Agosto ore 21
Mauro Chechi
Santi e Briganti
di e con  Mauro Chechi
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
Comune di Busana
Località Ca’ Ferrari
16 Agosto ore 21
Elisabetta Salvatori
La Bella di Nulla
di e con  Elisabetta Salvatori
Matteo Ceramelli-violino
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Castelnovo ne’ Monti
Località Frascaro
1 agosto ore 21
Lisetta Luchini
Ascoltate quante storie…
Lisetta Luchini –voce e chitarra
Luca Di Volo- sassofoni, clarinetti, violini, …
Eleonora Tassinari- fisarmonica, violoncello, voce…
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Castelnovo ne’ Monti
Teatro di Castelnovo ne’ Monti
5 Agosto ore 21
Ascanio Celestini
La Pecora Nera
Elogio funebre del manicomio elettrico
di e con Ascanio Celestini

Comune di Collagna
Località Cerreto Alpi
Borgo
12 Agosto ore 21
Andreino Campoli detto Tatone il Contafole
Fole della Garfagnana
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Collagna
Collagna –  Borgo
13 Agosto ore 21
Mauro Chechi
Santi e Briganti
di e con Mauro Chechi
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Ramiseto
Località Succiso
6 Agosto ore 20
Ivana Monti
Caro Appennino
Storie e voci dei poeti dell’Appennino reggiano
Coro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti
Direttore M° Giovanni Baroni
Testi dei poeti reggiani a cura di
Clementina Santi
Organizzazione:  Rosa Cantarelli
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso la Chiesa Parrocchiale

Comune di Ligonchio
Località La Centrale
11 Agosto ore 21
Marco Cattani Group
Spettacolo di canzoni d’Autore
sulle storie dell’ Emigrazione
Roberta D’Alò- voce e piano
Marco Cattani- chitarra e arrangiamenti
Fabrizio Desideri- sax e clarinetto
Pietro Bertilorenzi – basso
Michele Vannucci- batteria

In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso il Teatro di Ligonchio
Comune di Villa Minozzo
Località Sologno
9 Agosto ore 21.00
Vincenzo Pirrotta
Il tesoro della Zisa
di e con Vincenzo Pirrotta
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso un luogo coperto

PROVINCIA DI PARMA
Comune di Corniglio
Castello
4 agosto ore 21
Lisetta Luchini
Ascoltate quante storie
Lisetta Luchini –voce e chitarra
Luca Di Volo- sassofoni, clarinetti, violini, …
Eleonora Tassinari- fisarmonica, violoncello, voce…
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso un luogo coperto

IL CANTO DEL MONDO A MONT’ALFONSO 2006
FORTEZZA DI MONT’ ALFONSO CASTELNUOVO GARFAGNANA (LU)
Orario:   dalle 20.30 a notte tarda
8 AGOSTO 2006
A VEGLIA CON GLI EROI DI OMERO e VIRGILIO
Raccontati da
Maurizio Maggiani
David Riondino
Dario Vergassola
con
Matteo Belli – da Eneide VI Libro
gli  AEDI
Petra Magoni    
Monica Demuru  – da Odissea POP
Ferruccio Spinetti
Valerio Massimo Manfredi – Storie dall’Odissea
Alex Pimienta – improvvisazioni ispaniche
strong>Vincenzo Pirrotta – da La Fuga di Enea

9 AGOSTO 2006
A VEGLIA
CON GLI EROI
DI CERVANTES
Raccontati da   
Maurizio Maggiani
David Riondino
Dario Vergassola
con il
Don Chisciotte
Stefano Bollani
Petra Magoni
Alex Pimienta – improvvisazioni ispaniche
Con pause per assaggio e degustazione prodotti locali

6) 17.08.2006 (Su secolo XIX) Del mondo visto dalla Garfagnana
Due settimane di vacanza, di smodata lussuria naturista placata nel diuturno esercizio pedestre valico dopo valico attraverso le ombrose gole di Garfagnana, raviolo dopo raviolo lungo le dorsali presidiate dalle osterie montane note al pellegrinante ma provvidenzialmente troppo remore anche per la guida gastronomica più invadente. Scarpone e forchetta, filosofia di un Quisisana primitivo ma eccezionalmente efficace, capace di sanare persino il corpo e l’anima del sottoscritto, qui e ora, che i denti di Roccandagia, la lama del Pizzo e le zanne della Pania fanno barriera al resto del Mondo.
In queste due settimane tutto quello che mi è venuto dal Mondo mi è arrivato attraverso i fogli sgualciti e unti dei quotidiani ultralocali sparpagliati nelle sopraddette osterie; più di quanto mi bastasse in effetti per saperne più di quanto volessi, più di quanto corrispondesse alla modica quantità che il mio protocollo di risanamento avesse previsto. Da quei giornali buttati là, supini alla disincantata curiosità delle mani nere di terra di un funaiolo, proni allo sguardo pesante di un contadino al suo secondo fernet, non ho ricavato la Conoscenza Definitiva, ma tre immagini sì, tre immagini abbastanza forti da restare appese alla mia coscienza per tutti i sentieri e le strade e le osterie e i piatti fumanti e i bicchieri di striscino, il micidiale vino di Garfagnana che ti fa tornare a casa strisciando sui gradini. Tre immagini come un compendio, una enciclopedia essenziale ma probabilmente esaustiva di questa inaffidabile estate.
La fotografia di Fidel Castro nel giorno del suo ottantesimo genetliaco. Scattata da qualche parte in un ospedale dove cerca di non morire. Nella fotografia tiene in mano un giornale –il suo giornale, il Grama- con ben visibile la data del giorno. Quella immagine non appare diversa da quella, consueta, di un poveraccio in mano a dei rapitori che vogliono far sapere a chi è disposto a pagare un riscatto che l’ostaggio a tutt’oggi è vivo. Lui che ha fatto una rivoluzione, l’ha vinta e continua incredibilmente a vincerla, lui che è l’oligarca tiranno più fascinoso del pianeta, l’uomo più discutibile e sempre in grado di far discutere, costretto a dare una prova della sua esistenza al suo popolo e al mondo nel modo più patetico. Il titolo di testa del giornale esclama: La Storia lo assolve. Titolo buono per un uomo già morto da un pezzo, come se chi lo mostra fosse una mummia non un convalescente. Che la storia lo assolva o meno, quella triste immagine di uomo in ostaggio è a un abisso di distanza da quella del corpo –quello sì già cadavere- del Che Guevara: l’immagine della bellezza e della grandezza del martirio, l’immagine di una santificazione al di là e fuori dalla storia. Che non spetterà al suo Comandante.
La fotografia del carrarmato israeliano in cui è morto il figlio ventenne di David Grossman, scrittore e uomo che amo. Quel suo figlio è morto due ore prima del cessate il fuoco. Il cessate il fuoco che suo padre ha invocato e persino implorato per giorni e giorni, esponendosi in tutti i modi, mettendo a disposizione il suo prestigio, il suo sapere, la sua coscienza. Non so cosa pensasse quel ragazzo, non so se condividesse le idee si suo padre, se fosse partito per la guerra con entusiasmo o con riluttanza, perché obbligato o perché convinto di ciò che era chiamato a fare dal suo  paese. So cosa pensa suo padre perché la sua voce ha eco; la voce di quel ragazzo è muta, come la voce di qualche altro milione di ragazzi come lui, come lui morti ammazzati senza che la loro voce potesse arrivare a me, a me e agli altri che continuano a godere del privilegio della vita. Se mai ci fosse bisogno di un’immagine che descriva l’ineluttabilità del destino di una guerra, degli uomini dentro una guerra, della cinica crudeltà, della forza inumana di quel destino, la foto tessera del ragazzo di Grossmann basta e avanza per descrivere tutti e tutti.
Le immagini che non ci sono più del leggendario sbarco sulla Luna del 1969, l’unico irripetuto sbarco di umani sul casto satellite della Terra. La NASA le ha perse, non trova più gli originali del documento più sensazionale del trascorso secolo. Posso capire che possano andar perse prove testimoniali in un archivio di un tribunale italiano, che risultino irreperibili misteriosi quanto sensazionali manoscritti conservati nei sotterranei Vaticani, ma che la NASA possa perdere la cosa più preziosa che possiede, questa non posso mandarla giù. È il piccolo foro che squacerà la diga, il mattone scalzato che farà precipitare su se stessa la cattedrale. Da quando ho letto la notizia aderisco senza riserve all’eroico plotone di (ex) pazzi, scrittori di fantapolitica, giornalisti bizzosi e biliosi, inveterati complottisti della destra religiosa e della sinistra hippye, che vanno sostenendo che quello sbarco non c’è mai stato. Che è stata la più grande e fortunata campagna pubblicitaria della storia, la più astuta e ardita menzogna  del potere politico americano. Non fosse così sarebbe anche peggio; dimostrerebbe che nulla è più sicuro nel cuore del cuore dell’America. Che il declino di ciò che c’è di più saldo e immarcescibile è inarrestabile e definitivo.
E tutto questo in due settimane di inclemente, premonitrice  meteorologia.

7) 18.aprile. 2006
Dono di nozze a Marinella, in “Meccanica Celeste” figlia del Sereni
Tutto questo cielo. Sotto tutto questo cielo.
Ma quanto è grande? È grande più di tutto quello che ci riesco a vedere. È più grande di tutto quello che so pensare. Mi tengo alla terra. Anche la terra è grande, ma alla terra mi ci posso tenere. O è la terra che mi tiene?
Non stringere per favore, tienimi piano. Sono ancora fragile. Da qualche parte qui dentro c’è ancora un po’ d’inverno. Del lungo inverno di quest’anno mi restano ancora le spoglie delle gelate; vecchia erba che ancora non si sfoglia. Ma sento la nuova premere. E aspetto qualcosa che assomigli a  un segnale.
Disteso bocconi su una ripa nei campi di Rocca Alberti nei giorni della Pasqua, mi tengo alle erbe invernali, le erbe mi tengono, e la nuova stagione mi si fa tollerabile, e presto potrò pensare di farmela amica. Dovrò sostenere tutto questo cielo nelle mie mani; imparerò a sollevarle, a sapermi sostenere in bilico sul mio cuore: il lavoro del mio campo per la nuova stagione.
Sono stati i maccheroni di Campagnano e il suo striscino a portarmi a questa ripa, ma la digestione che smaltisco è un’altra e ancora più laboriosa: digerisco l’inverno. Cercherò il tarassaco e me ne farò un gran mazzo per purificarmi; andrò al biancospino di là dal campo di granturco e mi ci tufferò dentro, per incanutirmi di fiori; tra poco salirò ai Monti di Roggio per farmi benedire gli occhi dagli dei della Roccandagia. Ma ora resto qui, a farmi dilavare l’anima da tutto questo cielo.
C’è un culmine di montagna laggiù, c’è una roccia di confine tra le erbe e le nuvole che mi aiuta a mantenere il senso delle proporzioni, a circoscrivere l’orizzonte in una misura che oggi non mi faccia dileguare nella vertigine. So che è la Pania del Corfino, ma ora non serve che abbia un nome. Ora basta che stia lì, ferma nelle sue radici piantate nel fondo della Terra, a sorvegliare il passaggio della primavera sulla mia anima. Non c’è più bava di neve sulla cresta, e ieri ancora c’era. La fermezza della Pania non è immobile, e il suo lavoro non ha esitazioni. Mi aiuterà di qui in avanti tenerla alla mia destra, voltare il capo e trovarla, lungo la via che mi porterà di là, necessariamente, da dove sono venuto. Perché lo spazio, infine, è curvo, anche se ci fa piacere pensare che andiamo diritto, e anche la nuova stagione ha il destino di farci tornare. Ed è bene che sia così, perché tornando incontrerò solo cose nuove.
Sotto tutto questo cielo.
Che è più grande di quando possiamo immaginare, tale e quale la vita di queste erbe, e la mia. E quella di due sposi di Garfagnana.

8) 8.luglio 2006.
Tutta questa dolcezza
Tutto questo rancore Raccontino fotografico dei maialini di Vitoio.

9) 28.01.2007 Introduzione per le “fole” della Duse.
Maestri si nasce, lo dico io che dopo aver cambiato almeno altri venti mestieri continuo ad essere e, in qualche modo a fare, il maestro Maggiani. Secondo me è allo stesso modo dei muratori e dei matematici, che non si impara a costruire una casa o a congetturare una legge matematica se non hai già dentro di te, nascendo lo spirito di una casa da costruire o di un universo da decifrare. E meglio di tutto so che si nasce maestri come si nasce narratori, e forse poi non è così diversa l’una cosa dall’altra, se non per una questione di tempo. Il lavoro del maestro è raccontare -tutto lo scibile, si direbbe e si vorrebbe-  il lavoro del narratore, il suo primo lavoro e il più importante, è ascoltare e imparare. Non smettere mai di ascoltare e imparare. Non c’è narratore senza un maestro, e il maestro è lì per crescere narratori. Non importa che la gran parte dei suoi alunni non racconterà mai nulla ad alta voce; racconteranno in silenzio, sempre, finché vivranno, se hanno avuto un buon maestro, se sono stati bravi scolari. Racconteranno a se stessi il mondo, così come hanno imparato a riconoscerlo.
La maestra Duse è nata così come l’ho incontrata io, molti anni, molti davvero, dopo che ha visto la luce. La Duse è la maestra Duse come io sono il maestro Maggiani. Come lei incontro uomini e donne, padri e madri di famiglia che mi salutano: maestro Maggiani; ma non è questo il punto, non quello fondamentale. Ciò che conta è che la Duse continua non solo ad essere, ma a fare la maestra, perché non ha altro destino se non assecondare la sua natura di costruttrice di uomini che imparano da lei il racconto del mondo, perché gli uomini e le donne che ha incontrato non hanno altro destino che chiederle di continuare a fare ciò di cui sentono ancora di avere bisogno: ognuno di noi, compresi noi maestri, ha bisogno della sua maestra fino all’ultimo dei suoi giorni. Io che sono meno bravo di lei, se pure sono maestro preferisco travestirmi e fare lo scolaro. Ancora scolaro che ascolta e impara e racconta; ad alta voce, perché ho quest’arte, e per iscritto, perché ho imparato a fare i compiti. Dunque sono collega suo e collega di quella tribù di suoi scolari e scolare che continuano ad andare a scuola da lei. Questo è il quaderno dei loro compiti, quello che hanno imparato: le loro storie, ancora racconti del mondo. Che loro chiamano fole perché c’è un grande pudore nel narratore, una modestia che gli viene dall’incanto del narrare. Vite, epopee, compilate con la diligenza e la dedizione che si richiede a un compito ben fatto. Non il compito della giornata, ma il compito dell’anno, della stagione, dell’epoca. A leggerli si sentono delle voci, e sotto le voci i pensieri che si sono espansi in quelle voci. So di aver conosciuto qualcuno di quegli scolari, ma leggendo non mi vengono in mente dei volti e dei nomi, ma delle figure mai viste, suoni di voci che non saprei ricordare: il loro racconto li trasfigura da ciò che sono in ciò che rappresentano: particelle della storia universale. I narratori, appunto.
Quello che leggerete non è un documento prezioso, un buon lavoro di raccolta, né un catalogo di alcunché: è preziosità e basta. Gratuito dono della maestra e dei suoi solari.

10)18.AGOSTO.2007 (Secolo XIX) La Duse
Ieri sono andato a pranzo con la maestra Duse. ci vediamo ogni tanto alla trattoria sul Ponte di Campia. Durante la guerra il ponte di Campia segnava la linea gotica, oggi è la porta di accesso dalla Lucchesia alla Garfagnana. Sarà un caso ma di qua dal ponte verso Barga il turismo è tutto inglese, di là prevalentemente tedesco. Alla Trattoria del ponte il nonno della Duse giocava a tressette e si ubriacava con Giovanni Pascoli che scendeva con il suo calessino da Castelvecchio; e alla trattoria la Duse bambina andava a comprare i sigari Toscani per la da lui amatissima sorella Mariù, che da vecchierella non voleva far vedere in paese che si dava ai vizi. La Duse ha cominciato il suo mestiere di maestra nel 50, e nell’assegnarle suo primo incarico il provveditore ha preteso di passare in rassegna  mani e piedi: la sede disponibile non era adatta a signore che usavano lo smalto per le unghie, era una scuola di montagna sugli alpeggi garfagnini. Per questa ragione il Ministero passava alla Duse un extra di legna da ardere, carburo per le lampade e siero antivipera. La Duse partiva da casa il lunedì mattina e a piedi andava a scuola con lo zaino delle provviste. Ogni tanto si caricava anche la fisarmonica per fare un po’ di festa con i suoi alunni e i loro genitori. Da allora la maestra non ha mai smesso di fare il suo mestiere: insegnare. Oggi insegna ai nipoti dei suoi alunni, alle giovani maestre, tiene un laboratorio di animazione teatrale, un altro di espressività per i disabili, e anima il gruppo dei vecchi folatori, i narratori di storie orali che tradizionalmente animavano le notti garfagnine. Ha raccolto le loro storie e ci ha fatto un libro. E, naturalmente, continua a suonare la fisarmonica. Ha studiato gli attuali programmi scolastici, le molte riforme e controriforme della scuola primaria e ha le sue opinioni al riguardo. La Duse dice che oggi la scuola è “una scuola di carta”. Un sacco di quaderni e di libri. E l’obiettivo è modesto: imparare una divisione a tre cifre. Secondo lei la scuola primaria è conoscere, provare, sentire, tutte attività che richiedono poca carta. Non saprei dire se la sua è un’dea dell’insegnamento molto moderna o molto antica. Come non so se la sua certezza circa il fatto che i bambini si annoino a morte a stare troppo tempo a casa in vacanza si basi sulla generazione dei suoi alunni pastori o anche su quella di oggi. Bisognerebbe saperlo chiedere ai bambini, ma dubito che ci siano molti adulti in grado di fare domande serie ai loro bambini, visto che appare evidente che non sappiano porle nemmeno a  se stessi. Ma la maestra Duse non è pessimista come me: il pessimismo è un sentimento che un buon maestro non può permettersi. E non è neppure una nostalgica: non vive di ricordi, ma li fa vivere perché possano servire a qualcosa di buono domani. Non crede neppure che la scuola del 50 fosse meglio di quella di oggi, e quando le chiedo cosa ne pensa dei nuovi insegnanti mi risponde che non  è questione di insegnanti ma di persone. Se ci sono persone che valgano abbastanza per poter insegnare. E non sembra che ce ne sia meno di un tempo. Quando gli alleati hanno sfondato il fronte della linea gotica lei era sul Ponte di Campia con la sua fisarmonica, a suonare per dare loro il benvenuto. Li aspettavamo da tanto, dice, e i primi a passare sono stati i brasiliani. E racconta che si sono fermati ad accompagnare la sua musica con delle scatole di fiammiferi. Ancora non si spiega come riuscissero a far suonare quelle scatole. Ancora si chiede se quei ragazzi venuti dal Brasile per liberare l’Italia, che nemmeno sapevano dov’era,  quei ragazzi che ha visto morire a decine nell’ultima controffensiva tedesca, abbiano fatto quel lungo viaggio, ne siano morti, per qualcosa abbastanza duraturo da poterlo avere chiaro davanti agli occhi oggi come quel giorno sul ponte di Campia. E io, che quel giorno non c’ero, proprio non saprei come rassicurarla nell’unica fragilità che si concede.

11) 14.2.2009 (Su secolo XIX) I libri della ricostruzione
Ho ritrovato per caso in questi giorni un libriccino che ho comprato decenni or sono in una bancarella di libri usati. È di un formato curioso, diciamo un volume comune tagliato in due per la larghezza, una specie di losanga che un tempo era anche il formato di certi fumetti economici, tipo Bleck Macigno o Capitan Miki. È stato editato, questo mio libriccino, da Arnoldo Mondadori nel 1946 ed è il romanzo “Il 42° Parallelo” di John Dos Passos. Il costo era di 100 lire e la collana, che comprendeva al momento dell’uscita del volume in mio possesso 43 titoli, portava il titolo di “Libri della ricostruzione”.
Quello che ora voglio fare è riportare pari pari il breve testo stampato nel risvolto di copertina che presenta la collana.
Questa speciale serie di volumi –che chiamiamo “I Libri della Ricostruzione” perché intende concorrere alla ricostruzione economica del Paese nel difficile e fondamentale campo dell’editoria- vuole dar modo a tutti, per la modestia del suo prezzo, di potersi accostare in questi momenti difficile per l’economia italiana, ai più significativi testi della produzione più recente: opere narrative, italiane e straniere, moderne e contemporanee, biografie, opere di scienza e di storia, di politica, scelte con attento criterio di valore artistico e culturale. Se ciascuno dei volumi potrà essere considerato anche dal pubblico una pietra di questa riedificazione economica, la collana avrà raggiunto uno dei suoi scopi, essendo l’altro quello di contribuire all’estensione della cultura che è base di ricostruzione morale e civile.
Firmato: l’Editore.
Era il 1946, e questo Paese andava ricostruito, se ne dovevano gettare della ricostruzione le basi economiche, e il maggiore editore italiano fece la sua parte con un programma che oggi chiameremmo di “economia sociale”, offrendo cultura di qualità a basso prezzo, assumendo per questo programma nuovo personale, convinto che la sua impresa non si occupasse del superfluo, ma delle basi stesse, morali e civili, della Riedificazione. L’editore in questione era un imprenditore non un militante politico; c’è stato dunque un tempo in questo Paese in cui anche un imprenditore di consonante indole liberale riteneva di doversi impegnare in imprese che fossero economiche e civili e morali assieme. C’è stato un tempo in questo Paese in cui ci si credeva davvero, e credendoci si operava concretamente e conseguentemente. Il signor Mondadori non faceva comizi, faceva impresa.
Non sfuggirà al lettore che viviamo ancor oggi in un’epoca che chiederebbe ricostruzione economica e riedificazione morale e civile del Paese; gli economisti ci dicono appunto che viviamo in condizioni economiche che non se ne vedeva uguali dal dopoguerra, e per quanto riguarda morale e civiltà facciano i loro conti da soli i lettori, che ne sono senz’altro capaci. Ora chiedo loro se pensano di potersi imbattere in un giorno di questi in un testo come quello che ho citato, a illustrazione dello spirito di un’impresa editoriale o di qualunque altra natura. No, direi di no. O, meglio, non in questo Paese. Quel breve scritto sta senz’altro bene a spiegazione di una delle iniziative comprese nel piano economico varato ieri l’altro dal presidente americano Obama. È nello spirito di quel piano, è nello spirito che nell’attuale frangente i cittadini americani pretendono dai loro imprenditori, dai loro politici, dai loro intellettuali e da loro stessi. Così parrebbe. Ma non qui. Non ho la più pallida idea di come ricostruiremo questo Paese, né se lo faremo mai; ritengo, ragionevolmente, che non lo sappiano nemmeno quelli che dicono che lo stanno per fare, che lo faranno, che così sarà. Di certo oggi non mi si palesa un solo caso in cui io possa riconoscere l’eredità raccolta dalle spoglie del vecchio signor Arnoldo Mondadori Editore. E di quelli come lui; che ce ne furono e non pochi, altrimenti questo Paese non sarebbe mai stato ricostruito. Che dire? Quello che ho sopra strascritto resta comunque un bell’esempio di letteratura civile, anche se non è stato certo scritto da un ignoto redattore con questo intento, ma per spiegare semplicemente perché il suo principale aveva preso un’iniziativa industriale.
Per inciso, e solo casualmente, l’attuale proprietario dell’Arnoldo Mondadori Editore, è anche l’attuale presidente del Consiglio.

MATERIALE DI LAVORO PER “MECCANICA CELESTE”

12) 2.SETTEMBRE 2008 La mia donna deve avere un nome e tutto parte di lì.

13)2.SETTEMBRE 2008
Il ragazzino sullo spiazzo del porto fluviale del Rio delle Amazzoni ferma il turista per chiedergli se per caso viene dalla Grecia. Perché vorrebbe vedere il mare azzurro della Grecia. Il ragazzino conosce l’illiade, conosce il colore del mare del Peloponneso.

14) Ottobre 2008
Appunti
I NOSTRI PADRI
La scatola di latta
William Grover-Williams
Karmann Volkswagen
La storia del nonno e di Otello
Scena finale, la vigilia della nascita: abbiamo ripreso a leggere in questi ultimi giorni, e lo facciamo nel letto di sopra….
Da aggiungere al capitolo di William G-W:
Rolt era molto apprezzato per la sua cultura tecnica: Stirling Moss vinse il gran premio di Oulton Park (fuori campionato) nel 1960 con una Ferguson P99, dotata di trazione integrale, progettata da Tony Rolt, convinto estimatore di tale soluzione. Fu quella l’unica vittoria di un’auto a quattro ruote motrici in Formula 1.
Aveva anche dato vita, negli ultimi anni Cinquanta, alla Dixon-Rolt, una società specializzata nella realizzazione di differenziali viscosi.
Le capacità di Rolt, in realtà, non erano quelle di un puro ingegnere automobilistico, ma più complete. Durante la Seconda Guerra Mondiale, aviatore della RAF, fu imprigionato dai tedeschi a Colditz, una fortezza impenetrabile; qui progettò e costruì un aliante con telaio di fortuna (tubi dell’acqua, legno, fil di ferro e stoffa), che avrebbe dovuto lanciarsi dal soffitto della chiesa della fortezza per liberare molti prigionieri. Gli alleati liberarono la fortezza prima del lancio, ma Rolt fu decorato col grado di colonnello[1]. La storia di questo castello in Sassonia ha quasi mille anni. Il nucleo centrale fu costruito nel 1014 in cima a una collina che sovrasta Colditz, sulle rive del fiume Mulde, poco lontano da Dresda. Nel XV secolo fu quasi completamente distrutto e ricostruito. Nell’ 800 venne trasformato in carcere prima e in manicomio poi. Finché durante la Seconda Guerra mondiale i nazisti non decisero di ritrasformarlo in una prigione. Ospitò soprattutto olandesi, britannici e polacchi, in tutto 1500. Scapparono in 150, e 19 di loro non vennero riacciuffati. Il castello fu liberato dagli Alleati il 16 aprile del 1945. Quella di Colditz è una delle «storie minori» più affascinanti della Seconda Guerra mondiale.

15) 6.dicembre 2008 Vittime strage bologna
ANTONELLA CECI anni 19 – ANGELA MARINO anni 23 – LEO LUCA MARINO anni 24 – DOMENICA MARINO anni 26 – ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA anni 57 – VITO DIOMEDE FRESA anni 62 – CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA anni 14 – ANNA MARIA BOSIO IN MAURI anni 28 – CARLO MAURI anni 32 – LUCA MAURI anni 6 – ECKHARDT MADER anni 14 – MARGRET ROHRS IN MADER anni 39 – KAI MADER anni 8 – SONIA BURRI anni 7 – PATRIZIA MESSINEO anni 18 – SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA anni 34 – MANUELA GALLON anni 11 – NATALIA AGOSTINI IN GALLON anni 40 – MARINA ANTONELLA TROLESE anni 16 – ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE anni 51 – ROBERTO DE MARCHI anni 21 – ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI anni 60 – ELEONORA GERACI IN VACCARO anni 46 – VITTORIO VACCARO anni 24 – VELIA CARLI IN LAURO anni 50 – SALVATORE LAURO anni 57 – PAOLO ZECCHI anni 23 – VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI anni 23 – CATHERINE HELEN MITCHELL anni 22 – JOHN ANDREW KOLPINSKI anni 22 – ANGELA FRESU anni 3 – MARIA FRESU anni 24 – LOREDANA MOLINA IN SACRATI anni 44 – ANGELICA TARSI anni 72 – KATIA BERTASI anni 34 – MIRELLA FORNASARI anni 36 – EURIDIA BERGIANTI anni 49 – NILLA NATALI anni 25 – FRANCA DALL’OLIO anni 20 – RITA VERDE anni 23 – FLAVIA CASADEI anni 18 – GIUSEPPE PATRUNO anni 18 – ROSSELLA MARCEDDU anni 19 – DAVIDE CAPRIOLI anni 20 – VITO ALES anni 20 – IWAO SEKIGUCHI anni 20 – BRIGITTE DROUHARD anni 21 – ROBERTO PROCELLI anni 21 – MAURO ALGANON anni 22 – MARIA ANGELA MARANGON anni 22 – VERDIANA BIVONA anni 22 – FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ anni 23 – MAURO DI VITTORIO anni 24 – SERGIO SECCI anni 24 – ROBERTO GAIOLA anni 25 – ANGELO PRIORE anni 26 – ONOFRIO ZAPPALA’ anni 27 – PIO CARMINE REMOLLINO anni 31 – GAETANO RODA anni 31 – ANTONINO DI PAOLA anni 32 – MIRCO CASTELLARO anni 33 – NAZZARENO BASSO anni 33 – VINCENZO PETTENI anni 34 – SALVATORE SEMINARA anni 34 – CARLA GOZZI anni 36 – UMBERTO LUGLI anni 38 – FAUSTO VENTURI anni 38 – ARGEO BONORA anni 42 – FRANCESCO BETTI anni 44 – MARIO SICA anni 44 – PIER FRANCESCO LAURENTI anni 44 – PAOLINO BIANCHI anni 50 – VINCENZINA SALA IN ZANETTI anni 50 – BERTA EBNER anni 50 – VINCENZO LANCONELLI anni 51 – LINA FERRETTI IN MANNOCCI anni 53 – ROMEO RUOZI anni 54 – AMORVENO MARZAGALLI anni 54 – ANTONIO FRANCESCO LASCALA anni 56 – ROSINA BARBARO IN MONTANI anni 58 – IRENE BRETON IN BOUDOUBAN anni 61 – PIETRO GALASSI anni 66 – LIDIA OLLA IN CARDILLO anni 67 – MARIA IDRIA AVATI anni 80 – ANTONIO MONTANARI anni 86

16) Elenco vittime Sant’Anna 23.aprile 2009
1. Adoni Lilia nei Pavolini anni 37 di Piombino – 2. Andreotti Amalia ved Ricci anni 85 di Pietrasanta – 3. Antonucci Antonietta nei Poli anni 55 di Pietrasanta – 4. Antonucci Lia di età imprecisata – 5. Ardussi Teresa anni 51 di Genova – 6. Babboni Aristea anni 42 di Seravezza – 7. Bacci Ettorina anni 30 di Pietrasanta – 8. Baldi Enza anni 8 di Pietrasanta – 9. Baldini Vincenzo anni 29 di Forte dei Marmi – 10. Balloni Marco anni 8 di Pietrasanta – 11. Balloni Tullio anni 21 di Pietrasanta – 12. Barbieri Enrico Francesco Giuseppe anni 7 di Pietrasanta – 13. Bartelloni Maria anni 53 di Camaiore – 14. Bartolucci Adolfo anni 61 di S. Anna – 15. Bartolucci Alfredo anni 31 di S. Anna – 16. Bartolucci Anna nei Fieri anni 70 di S. Anna – 17. Bartolucci Enzo anni 3 di S. Anna – 18. Bartolucci Franco di Ariodato anni 35 – 19. Bartolucci Irma nei Pieri anni 35 di S. Anna – 20. Bartolucci Isola nei Bottati anni 50 di S. Anna – 21. Bartolucci Velio anni 7 di S. Anna – 22. Bartolucci Wilma anni 7 di S. Anna – 23. Battistini Alida anni lO di S. Anna – 24. Battistini Allibio anni 16 di S. Anna – 25. Battistini Cesare anni 48 di Pietrasanta – 26. Battistini Clara anni 30 di S. Anna – 27. Battistini Emilio anni 45 di S. Anna – 28. Battistini Gilda anni 20 di S. Anna – 29. Battistini Mario anni 13 di S. Anna – 30. Battistini Palmira anni 50 di S. Anna – 31. Battistini Pietro di Luigi anni 43 – 32. Battistini Sabatino di anno 79 di S. Anna – 33. Battistini Sabina nei Federigi anni 23 di S. Anna – 34. Battistini Ultimo anni 5 di S. Anna – 35. Battistini Umberto anni 7 di S. Anna – 36. Bazzichi Rosa nei Navari anni 42 di Seravezza – 37. Belli Wemer nei Bigotti anni 38 di Seravezza – 38. Bemabò Angelo anni 33 di S. Anna – 39. Bemabò Argene nei Bartolucci anni 32 di Pietra santa – 40. Bemabò Armida nei Bertelli anni 58 di S. Anna – 41. Bemabò Cesella nei Federigi anni 65 di Stazzema – 42. Bemabò Flora anni 5 di S. Anna – 43. Bemabo Gelsomina anni 32 di S. Anni – 44. Bemabò Maria di Sisto anni 31 – 45. Bemabò Soave anni 18 di S. Anna – 46. Bemabò Vivalda anni 40 di S. Anna – 47. Benassi Maria Luisa nei Pierotti anni 33 di Pietrasanta – 48. Benassi Saveria anni 21 di Pietrasanta – 49. Bernabò Bruno anni lO fonti Vangelisti e Federigi – 50. Bernabò Giuseppina nei Bottari anni 60 di S. Anna – 51. Bernabò Guglielma anni 39 di S. Anna – 52. Bernabò Iole anni 26 di S. Anna – 53. Bernabò Severina nei Bartolucci anni 29 di S. Anna – 54. Berretti Adelia anni 19 di S. Anna – 55. Berretti Aldo anni 9 di S. Anna – 56. Berretti Anna anni 35 di S. Anna – 57. Berretti Argentina anni 46 di S. Anna – 58. Berretti Clorinda anni 12 di S. Anna – 59 Berretti Dante anni 56 di S. Anna – 60 Berretti Elda anni 17 di S. Anna – 61. Berretti Laura anni 61 tutte le fonti – 62. Berretti Maria Giovanna anni 23 di S. Anna – 63. Berretti Mirelia (detta Petronilda) anni 21 di S. Anna – 64. Berretti Rosina anni 7 di S. Anna – 65. Berretti Giuseppe anni 28 di S. Anna – 66. Berretti Lina anni 13 di S. Anna – 67. Bertelli Adolfa o Adelma anni 55 – 68. Bertelli Angelo anni 31 di S. Anna – 69. Bertelli Antonio anni 59 di S. Anna – 70. Bertelli Augusto anni 31 di Pietrasanta – 71. Bertelli Aurora anni 14 di S. Anna – 72. Bertelli Disma anni 22 di S. ArnIa – 73. Bertelli Evelina nei Fieri anni 37 di S. Anna – 74. Bertelli Lilia (Lina) anni 23 di S. Anna – 75. Bertelli Livia Anna anni 19 di S. Anna – 76. Bertelli Luigi anni 4 di S. Anna – 77. Bertelli Maria anni 22 di S. Anna – 78. Bertelli Maria Ven nei Pierini anni 31 di S. Anna – 79. Bertelli Nadiria anni 3 di S. Anna – 80. Bertelli Orietta anni 13 di S. Anna – 81. Bertelli Pierina anni 19 di S. Anna – 82. Bertelli Rina anni 23 di S. Anna – 83. Bertelli Rinaldo anni 26 di S. Anna – 84. Bertelli Santina nei Bottari anni 35 di S. Anna – 85. Bertelli Settirnio anni 29 di S. Anna – 86. Bertelli Siria di Antonio anni 19 – 87. Bertelli Umberto anni 5 di S. Anna – 88. Bertelli Pietro anni 63 tutte le fonti – 89. Bertelloni Maria di Eugenio anni 53 – 90. Bertellotti Ada nei Salvatori anni 40 di Forte dei Marini – 91. Bertellotti Marianna anni 60 di Pietrasanta – 92. Bertellotti Paride di Egisto anni 68 – 93. Bertellotti Pia nei Ghilardini anni 64 di Forte dei Marini – 94. Bertellotti Pietro anni 73 di Stazzema – 95. Bertolucci Anna fu Luigi anni 70 – 96. Bertolucci Ennio anni 70 – 97. Bertolucci Marianna anni 63 di S. Anna – 98. Bertuccelli Ada di Benedetto anni 20 – 99. Bianchi Giuseppe di Pietro di Camaiore – 100. Bibolotti Bianca anni 55 di Pietrasanta – 101. Bibolotti Genny nei Marsili anni 28 di Pietrasanta – 102. Bibolotti Oriana (Doriana) anni 60 di Pietrasanta – 103. Bibolotti Teresa anni 63 di Pietrasanta – 104. Bibolotti Umberto anni 62 di Pietrasanta – 105. Bigotti Wener anni 38 di Seravezza – 106. Bonati Giuseppe Franco anni 7 di La Spezia – 107. Bonuccelli Adriana anni 9 di S. Anna – 108. Bonuccelli Alda (Ada) anni 20 di Camaiore – 109. Bonuccelli Amedeo anni 60 di Camaiore – 110. Bonuccelli Angela anni 51 di Camaiore – 111. Bonuccelli Elisa nei Lencioni anni 54 di Camaiore – 112. Bonuccelli Emanuela anni 20 di Stazzema – 113. Bonuccelli Franco anni 14 di Seravezza – 114. Bonuccelli Gino Silvestro anni 38 di Camaiore – 115. Bonuccelli Gorizia Maria nei Gamba anni 29 di Stazzema – 116. Bonuccelli lrina anni 20 di S. Anna – 117. Bonuccelli Maria anni 18 di Camaiore – 118. Bonuccelli Maria Rosa anni 1 di Camaiore – 119. Bonuccelli Paola anni 22 di Camaiore – 120. Bonuccelli Raffaello anni 61 di Camaiore – 121. Bottari Ada anni 19 di S. Anna – 122. Bottari Alduina anni 43 di S. Anna – 123. Bottari Amerigo anni 60 di S. Alma – 124. Bottari Armando anni 12 di S. Anna – 125. Bottari Giuseppina anni 38 di S. Alma – 126. Bottari Ivo anni 8 di S. Anna – 127. Bottari Lorenzo anni 47 di S. Anna – 128. Bottari Luisa almi 67 di S. ArnIa – 129. Bottari Miranda anni 9 di S. Anna – 130. Bottari Osvaldo anni 9 di S. Anna – 131. Bottari Rolando anni 12 di S. Anna – 132. Bottari Rosina di Nello anni 7 – 133. Bottari Amaldo anni l l di Pontestazzemese – 134. Bottari Clorinda anni 12 – 135. Bottari Emanùele anni 36 di Pietrasanta – 136. Bottari Federigo almi 50 – 137. Bottari Ginevra anni 39 di Massa – 138. Bottari Romana anni 8 tutte le fonti – 139. Brelletti Laura nei Pieri anni 35 di S. Anna – 140. Bresciani Rosalba nei Bertelli anni 32 di Pietrasanta – 141. Buratti Bruno Marino anni 9 di Pietrasanta – 142. Buratti Chiara anni 48 di Pietrasanta – 143. Buratti Nara anni 13 di Pietrasanta – 144. Cagnoni Gioia anni l l di Seravezza – 145. Cappiello Francesco anni 28 di Napoli – 146. Cappiello Giuseppina anni 25 di Napoli – 147. Cappiello Maria Grazia anni l di Napoli – 148. Cappiello Nina anni 22 fonte – 149. Carpini Maria Rosa nei Ficini anni 42 di Pietrasanta – 150. Castelli Lina anni 22 – 151. Castello Raffaella anni 24 di Pietrasanta – 152. Cinquini Maria anni 26 di Seravezza – 153. Cinquini Tiziana anni 26 di Seravezza – 154. Costa Elvina anni 18 di Pietrasanta – 155. Da Prato Nello anni 36 di Pietrasanta – 156. Dal Torriore Liliana al1lli 28 di Camaiore – 157. Danesi Cirino Luigi anni 55 di Marliana – 158. Danesi Severo Giovanni anni lO di Pavia – 159. Dazzi Cannela anni 51 di Pietrasanta – 160. Dazzi Corrado anni 68 di Pietrasanta – 161. Dazzi Nicolina anni 3 di Pietrasanta – 162. Dazzi Teresa almi 63 di Pietrasanta – 163. De Martino Antonio anni 41 di Castellammare di Stabia – 164. De Martino Ciro anni 3 di Castellamare di Stabia – 165. De Martino Luigi anni 24 di Castellamare di Stabia – 166. Del Polito Firma anni 43 di Forte dei Marmi – 167. Della Latta Carlo anni 9 di Camaiore – 168. Della Latta Carmine (Corinna) anni 3 di Camaiore – 169. Della Latta Davino anni 6 di Camaiore – 170. Della Latta Domenico anni 12 di Camaiore – 171. Della Latta Giuseppe anni 14 di Camaiore – 172. Donati Ilde negli Scipioni anni 39 di La Spezia – 173. Edifizi Enio anni 4 di Montignoso – 174. Evangelisti Emma anni 44 di Seravezza – 175. Famocchi Assunta anni 51 di S. Anna – 176. Farnocchi Adelfa
nei Berretti anni 50 di S. Anna – 177. Farnocchi Bruna nei Pardini anni 36 di S. Anna – 178. Farnocchi Gianfranco anni 6 fonte Bergamini – 179. Farnocchi Giuseppa nei Gamba anni 52 di S. Anna – 180. Farnocchi Severina anni 47 di S. Anna – 181. Federigi Gianfranco anni 6 di S. Anna – 182. Federigi Ida nei Bertolucci anni 42 di S. Anna – 183. Federigi Isabella anni 19 di S. Anna – 184. Federigi Ivana anni 1 di S. Anna – 185. Federigi Mirta anni 2 di S. Anna – 186. Federigi Silvana anni 3 di S. Anna – 187. Ficini Giorgio anni 14 di Pietrasanta – 188. Flaver M Luigia nei Danesi anni 46 di Pavia – 189. Galleni Ulisse anni 53 – 190. Gamba Carlo Andrea anni 67 di Pietrasanta – 191. Gamba Claudio anni 1 di S. Anna – 192. Gamba Maria anni 23 di S. Anna – 193. Gamba Maria Franca anni 5 di Pietrasanta – 194. Gamba Maria Grazia anni 20 di Pietrasanta – 195. Gamba Sila anni 37 di Pietrasanta – 196. Gamba Silvia anni 54 di S. Anna – 197. Garbati Luigi anni 50 di Pietrasanta – 198. Garibaldi Andreina anni 33 di Pietrasanta – 199. Garibaldi Lia anni 5 di Pietrasanta – 200. Garibaldi Luciana anni 9 di Pietrasanta – 201. Genovesi Dina anni 36 di Pietrasanta – 202. Gherardi Pia nei Garbati anni 53 di Stazzema – 203. Ghilardini Efisio anni 74 di Forte dei Marmi – 204. Ghilardini Lobelia nei Marchi anni 39 di Forte dei Marmi – 205. Ghilardini Maria anni 1 di Forte del Marmi – 206. Ghilardini Pia anni 64 di Forte dei Marmi – 207. Giannecchini Leda anni 17 di Camaiore – 208. Giovannini Dino anni 22 di Pietrasanta – 209. Guadagnucci Bianca Elena anni 43 di Pietrasanta – 210. Guidi Angelo anni 65 di Pietrasanta – 211. Guidi Rosa Cesarina nei Bonuccelli anni 33 di Camaiore – 212. Innocenti Dina nei Lencioni anni 32 di Camaiore – 213. Innocenti Paola nei lencioni anni 22 di Camaiore – 214. Kurz Carla nei Barberi anni 31 di Forte dei Marmi – 215. Lari Ginevra anni 29 di Pietrasanta – 216. Lazzareschi Albertina nei Barbieri anni 37 di Pietrasanta – 217. Lazzeri Angelica nei Pierotti anni 48 di Stazzema – 218. Lazzeri Cesare anni 59 di S. Anna – 219. Lazzeri don Innocenzo anni 33 – 220. Lazzeri Giuseppa anni 56 di Pietrasanta – 221. Lazzeri Venezia anni 56 di Pietrasanta – 222. Lencioni Dina (Assuntina) anni 18 di Camaiore – 223. Lencioni Maria Grazia anni 7 di Camaiore – 224. Lencioni Piero anni 2 di Camaiore – 225. Lencioni Vincenzo armi 62 di Camaiore – 226. Luisi Angelina anni 64 di S. Anna – 227. Luisi Emilia anni 20 di Pontestazzemese – 228. Luisi Giuseppa anni 30 di S. Anna – 229. Luisi Giuseppina anni 24 di Pontestazzemese – 230. Luisi Maria anni 65 di S. Anna – 231. Luisi Marianna anni 53 di S. Anna – 232. Luisi Marietta anni 55 di S. Anna – 233. Luisi Renato di Vallecchia – 234. Mancini Adelia nei Bertelli anni 24 di S. Anna – 235. Mancini Albertina detta Lina anni 19 di S. Anna – 236. Mancini Aemida di Emesto anni 58 – 237. Mancini Claudina nei Moriconi anni 24 di S. Anna – 238. Mancini Daniele anni 69 di S. Anna – 239. Mancini Dante anni 78 fonte – 240. Mancini Dina nei Bertelli armi 50 di S. Anna – 241. Mancini Doralice anni 77 di S. Anna – 242. Mancini Egisto anni 69 di S. Anna – 243. Mancini Elvira nei Bertelli anni 58 di S. Anna – 244. Mancini Gelsomina nei Pardini anni 41 di S. Anna – 245. Mancini Giulia nei Battistini anni 48 di S. Anna – 246. Mancini Ida anni 53 di S. Anna – 247. Mancini Ida anni 24 di Camaiore – 248. Mancini Isola anni 50 di S. Anna – 249. Mancini Norma anni 1 di S. Anna – 250. Mancini Pasqualina nei Gamba anni 22 di S. Anna – 251. Mancini Romilda – 252. Mancini Sestilia anni 17 di S. Anna – Mancini Silvia nei Famocchi anni 52 di S. Anna – 253. Mancini Ultima nei Federigi amli 23 di S. Anna – 254. Manguzzo Vittorio anni 36 di Pietrasanta – 255. Marchetti Ada anni 32 di Pietrasanta – 256. Marchetti Annina anni 80 di Pietrasanta – 257. Marchetti Cesare anni 86 di Pietrasanta – 258. Marchetti Gina anni 28 di Pietrasanta – 259. Marchetti Giuliana anni 8 di Pietrasanta – 260. Marchetti Giuliano anni 8 di Pietrasanta – 261. Marchetti Guido anni 55 di Pietrasanta – 262. Marchetti Maria anni 52 di Pietrasanta – 263. Marchetti Mario anni 29 di Pietrasanta – 264. Marchi M Sole anni l di Forte dei Marini – 265. Marchi Oreste anni 40 di Forte dei Marmi – 266. Marchini Flora M Gina nei Bonati anni 3 l di La Spezia – 267. Marcuccetti Fortunala nei Baldi anni 26 di Pietrasanta – 268. Martini Salvatori Maria Pia anni 5 di Forte dei Marmi – 269. Mazzei Vittorio anni 43 di Pietrasanta – 270. Mazzei Vittorio Sauro anni 21 di Pietrasanta – 271. Micheletti Guido anni 55 di Pietrasanta – 272. Micheletti Matteo anni 80 di Pietrasanta – 273. Moriconi Alma nei Bemabò anni 32 di S. Anna – 274. Moriconi Assunta anni 44 di S. Anna – 275. Moriconi Bruno anni 9 di S. Anna – 276. Moriconi Nara anni 2 di S. Anna – 277. Moriconi Rosa anni 15 di S. Anna – 278. Nati Lola anni 24 di Pietrasanlta – 279. Navari Bianca anni 59 di Pietrasanta – 280. Navari Francesco anni 81 di Pietrasanta – 281. Orsi Giancarlo anni 7 di Pietrasanta – 282. Pacini Ivo – 283. Palmeri Cesare anni 26 di Stazzema – 284. Paone Maria anni 32 di Castellammare di Stabia – 285. Pardini Anna di giorni 20 di S. Anna – 286. Pardini Isola anni 68 di Pietrasanta – 287. Pardini Maria Angelica nei Mancini anni 38 di S. Anna – 288. Pardini Maria anni 16 di S. Anna – 289. Pardini Oriella anni 14 di S. Anna – 290. Pardini Santina nei Battistini anni 44 di S. Anna – 291. Pardini Sara alli 9 di S. Anna – 292. Pardini Teresa anni 21 di S. Anna – 293. Pavolini Claudio anni 12 di Piombino – 294. Pavolini Fulvia anni 6 di Piombino – 295. Pavolini Fulvio anni 41 di Piombino – 296. Pavolini Giovanna anni lO di Piombino – 297. Pavolini Giovanni anni 14 di Piombino – 298. Pavolini Silvio anni 5 di Piombino – 299. Pea Gilda anni 50 di Pietrasanta – 300. Pea Olga – 301. Pieri Luciana anni 5 di S. Anna – 302. Fieri Alice anni 12 di S. Anna – 303. Fieri Alvila anni 14 di S. Anna – 304. Fieri Angela anni 14 di S. Anna – 305. Fieri Attilia anni 20 di S. Anna – 306. Fieri Enzo anni 3 di S. Anna – 307. Pieri Ercolina nei Pierini anni 45 S. Anna – 308. Pieri Evangelina nei Petissi anni 38 di S. Anna – 309. Fieri Gabriello anni 73 di S. Anna – 310. Fieri Galliano anni 36 di S. Anna – 311. Fieri Giuliana anni 3 di S. Anna – 312. Fieri Ilva nei Bertelli anni 23 di S. Anna – 313. Fieri Lilia o Lidia anni 3 di S. Anna – 314. Pieri M Grazia anni 5 di S. Anna – 315. Pieri M Graziella Lida anni 7 di S. Anna – 316. Pieri Marietta anni 36 tutte le fonti – 317. Pieri Marisa anni 12 di S. Anna – 318. Pieri Natale anni 39 di S. Anna – 319. Pieri Roberto anni 5 di S. Anna – 320. Pieri Romana anni 8 di S. Anna – 321. Pieri Romano anni 10 di S. Anna – 322. Pieri Sabina nei Mancini anni 57 di S. Anna – 323. Pieri Sofia anni 79 di S. Anna – 324. Pierini Alfredo anni 45 di S. Anna – 325. Pierini Letizia negli Ulivi anni 42 di S. Anna – 326. Pierini Luciano anni 13 di S. Anna – 327. Pierini Renzo anni 3 di S. Anna – 328. Pierini Zita anni 18 di S. Anna – 329. Pieroni Alberto anni 11 di. Pietrasanta – 330. Pieroni Anna Maria anni 17 di Pietrasanta – 331. Pieroni Augusto anni 13 di Pietrasanta – 332. Pieroni Franco Giuseppe anni 7 di Pietrasanta – 333. Pieroni Luigi Adolfo anni 16 di Pietrasanta – 334. Pierotti Elio almi 14 di Stazzema – 335. Pierotti Paola anni 4 di Pietrasanta – 336. Pierotti Zaira nei Bonucelli anni 66 di Camaiore – 337. Pierotti Aldo anni 40 di Pietrasanta – 338. Pierotti Alessandro anni 3 di Pietrasanta – 339. Pierotti Clara anni 18 di Stazzerna – 340. Pierotti Evangelina anni 45 di Pietrasanta – 341. Pierotti Giorgio anni 51 di Pontestazzernese – 342. Pierotti Ida nei Guidi anni 61 di Pietrasanta – 343. Pierotti Maria nei Ricci anni 38 di Pietrasanta – 344. Poli Luciana anni 16 di Pietrasanta – 345. Poli Soma di età imprecisata – 346. Polidori Giannina anni 53 di Seravezza – 347. Prezioso Bianca nei Tucci anni 38 di Livorno – 348. Prosperi Mario arn1i 32 di Seravezza – 349. Puliti Zanobio anni 52 di Pietrasanta – 350. Raffaelli Franca anni 18 di Camaiore –
351. Raffaelli Pietro di Capezzano P. – 352. Ricci Amalia anni 68 di Pietrasanta – 353. Ricci Giorgio anni 14 di Pietrasanta – 354. Ricci Paolo anni 5 di Pietrasanta – 355. Romiti Mario anni 28 di Pietrasanta – 356. Rosi Antonia nei Giannecchini anni 43 di Camaiore – 357. Sacchi Elisa Margherita anni 47 di Pietrasanta – 358. Sacchi Maria Grazia anni 16 di Pietrasanta – 359. Sacchi Niccolina anni 42 di Pietrasanta – 360. Salvatori Luigi anni 54 di Forte dei Marn1i – 361. Santini Sonia anni 6 di Pietrasanta – 362. Scalero Costantino anni 62 di Genova – 363. Scalero Gina anni 52 di Genova – 364. Scalero Maria Luisa anni 17 di Genova – 365. Scalero Rosetta anni 24 di Genova – 366. Scipioni Giuseppe anni 9 di La Spezia – 367. Scipioni Luigi anni 38 di La Spezia – 368. Scipioni Mario anni 13 di La Spezia – 369 . Silicani Enzo anni 21 di Pietrasanta – 370. Silicani Angela anni 61 di Stazzema – 371. Stagetti Uliana anni 61 di Pietrasanta – 372. Stagi Maria di Pietrasanta – 373. Tartarelli Maria anni 60 di Pietrasanta – 374. Tognetti Anna anni 87 di Pietrasanta – 375. Tucci Anna Maria anni 18 di Livorno – 376. Tucci Carla anni 3 di Livorno – 377. Tucci Eros anni 13 di Livorno – 378. Tucci Feliciano anni 10 di Livorno – 379. Tucci Franca anni 6 di Livorno – 380. Tucci Luciana anni 14 di Livorno – 381. Tucci Maria di 3 mesi di Livorno – 382. Tucci Maria Grazia anni 8 di Livorno – 383. Ulivi Amabilia anni 38 di S. Anna – 384. Ulivi Italo anni 65 di S. ArnIa – 385. Ulivi Lidia anni 18 di S. Anna – 386. Ulivi Maria anni 35 di S. Anna – 387. Ulivi Rosaria nei Bertelli anni 64 di S. Anna – 388. Vangelisti Donati Flora di età imprecisata – 389. Vangelisti Moriconi Angelo anni 33 – 390. Vecoli Egisto anni 36 di Pietrasanta – 391. Vecoli Mita anni 19 di Camaiore – 392. Vecoli Piero anni 12 di Camaiore – 393. Zanetti Dina nei Gamba anni 29 di Pietrasanta