Rifiuti

Ho visto che il sindaco della città di Genova ha disposto un’ammenda a tutela del decoro e della decenza urbani che prevede la cacciata dalla città oltre che degli ubriaconi e dei parcheggiatori a un euro alla botta, anche di chi è sorpreso a rovistare nei cassonetti dell’immondizia. Avessimo le elezioni di medio termine, un ideuccia così vale diecimila preferenze in più, solo diecimila perché purtroppo il provvedimento riguarda unicamente il centro storico, d’altronde le periferie fanno troppo schifo e zeppe come sono di ubriaconi, parcheggiatori e rovistatori, per applicarci misure di decoro ci vorrebbe l’esercito, e al momento l’esercito della ministra Pinotti è indisponibile, con il nuovo governo si vedrà. Sarò curioso di sapere se con la fine dell’odiosa e indecente offerta di parcheggiatori abusivi, in città si parcheggerà meglio e più in fretta, qualche lettore potrà darmene avviso, ma ciò che mi fa più pensare è la decisa manovra di dissuasione dall’indecente rovistamento di cassonetti. Questa è la misura di quanto sia pronta a cambiare in meglio la città, di quanto sia avanzata la sua stessa psicologia comunitaria, di quanto si sia evoluto il suo storico carattere. Fino a ieri l’altro, ancora gravata dal nefando retaggio del passato, la città si sarebbe angustiata nella vacua supposizione che più dell’atto del frugare è indecente la necessità di farlo, nel passato forse persino il sindaco si sarebbe spinto ad affermare che vivere di rifiuti è un’indecenza, è addirittura disumano, come si ostinano a proclamare certi preti riecheggiando la blasfemia veterocomunista, proponendosi in inutili sperperi di pubbliche risorse e diseducanti buonismi. Oggi, libera dalle pastoie delle ideologie, la città può con tranquilla coscienza affermare che Genova è degli umani con reddito decente, per i disumani, per quegli zombi con le mani lorde di cassonetto non c’è posto, non in centro città almeno. Che vadano a rintanarsi a Quezzi e a Begato Due, vadano a rovistare lì, sempre che trovino qualcosa, stante la condizione francamente un pelo inferiore all’umana decenza dei disgraziati abitatori di quelle inguardabili lande.
Il Secolo XIX, 18 marzo 2018