L’alternativa del diavolo

Cari lettori, vorrei porvi di fronte all’alternativa del diavolo, che sì, è un vecchio avvincente thriller di Forsyth, ma è anche un’evenienza della vita, Dio non voglia ci capiti proprio a noi, ma è pur sempre lì, in agguato. Approfittiamo dunque di questi giorni di quiete, giorni sgombri da terremoti e alluvioni, crisi di governo e elezioni, per fare un esercizio di simulazione, ci verrà utile nel disgraziato caso che il destino, facile preda dei demoniaci intrallazzi, ci ponga innanzi a decisioni che hanno solo apparentemente la forma di scelte ma la sostanza di azioni obbligate, e in ogni caso altamente insoddisfacenti. Vediamo. Mettiamo che mi venga un malaccio di quelli cattivi che più non si può, mettiamo che bisogna operare in fretta e bene, mettiamo che conosco un chirurgo sensibile, onesto, dedito, con l’unico difetto di una scarsa esperienza, e mettiamo che conosco un altro chirurgo, una lenza di dubbia morale, che vuole essere pagato in nero e tanto, ma è anche il migliore, l’eccellenza per quello specifico intervento. Bene, chi sceglierò? Chi sceglierete? Mi dispiace dirlo ma non ho dubbi, non per me e credo neanche a vostro riguardo, sceglierò la lenza e lo pagherò quanto e come vuole, e questo contro tutti i miei principi etici e morali. Ora mettiamo che il mio Paese, il vostro Paese, versi in una crisi tremenda, mortale, e siete chiamati ad elezioni in un clima a dir poco drammatico e avete da fare una scelta, questa volta una scelta di puro maggioritario, tra un candidato onesto, sensibile, umanamente ricco ma senza esperienza di governo e di crisi e una vecchia lenza avvezza a ogni machiavellismo e gravata di non pochi sospetti di illecito uso del potere, chi voterete per tentare di salvare il vostro Paese? Attenzione perché è qui che vi aspetta il diavolo. Perché sarete dell’idea di votare l’onesto inesperto, e in tal modo affermerete che alla vita del vostro Paese riservate un trattamento diverso da quello che avete scelto per la vostra, al vostro Paese non volete il bene che volete a voi stessi. E dunque il problema del Paese siete voi, non la casta di qui o la casta di là, ma voi che vi ritenete così onusti di sani principi da preferire la sua morte alla rinuncia di quelli. Pensateci un po’, e abbiate paura del diavolo.

Il Secolo XIX, 12 febbraio 2017