Vaccini

Ho cacciato di casa e ho ferma intenzione di non riammetterli fino a comprovata redenzione una giovane amica e il suo compagno che mi hanno accusato di scarsa democraticità nel mio approccio alle problematiche di natura scientifica; voglio che se ne stiano alla larga perché non li ritengo pericolosi solo per se stessi, ma anche per coloro che gli stanno vicini. Si sono presentati a casa mia per sapere se avevo delle informazioni confidenziali intorno all’emergenza meningite, notizie supplementari a quelle diffuse sul net a cui posso avere accesso grazie alle mie relazioni con i poteri che governano i media, sono venuti con la loro figlioletta di sei mesi, paffutella e bellissima. Sono venuti in umiltà, solo perché molto preoccupati per questa epidemia di meningite ormai alle porte, vorrebbero vaccinare almeno la piccola, vorrebbero che fosse un vaccino sicuro e delle autorità sanitarie non si fidano, troppo compromesse. Talmente inaffidabili le autorità che non intendono sottoporre la loro figlia ai vaccini consigliati e imposti, ma, astutamente, solo a quello non ritenuto dalle medesime autorità necessario, sempreché, naturalmente, non si tratti di un vaccino truffaldino. La Regione in cui vivono impone che sia rispettato il calendario di vaccinazioni per usufruire dei pubblici servizi, e loro hanno scelto di vivere in una comunità parallela di piscine private, nifi privati, pediatri privati, di siti alternativi e gruppi social riservati, possono permettersi di essere alternativi quanto vogliono, stanno bene di famiglia. Hanno perso la loro umiltà quando li ho accusati di imbecillità e comportamento criminale; sono istruiti e maggiorenni, per come la vedo io non meritano nessuna pietà e gentilezza. Mi hanno accusato di comportamento autoritario e di disprezzo delle idee difformi da quelle dei poteri; ho risposto loro che sì, sarò anche un po’ fascista, ma la scienza non è democratica, il mio voto vale quanto quello di Rubbia, ma la mia opinione sulla meccanica quantistica non vale niente rispetto alla sua, dicasi altrettanto per la profilassi. Loro e la folta comunità dei loro amici vivono in un delirio di fantasie onniscienti tipicamente infantile, ma sono adulti, genitori, cittadini e quando metteranno il naso fuori dalla loro realtà, separata e virtuale, la vita li chiamerà ineluttabilmente al cospetto della sua dura e ineludibile materia, si ritroveranno intollerabilmente fragili, saranno un problema per tutti, per i loro figli tanto per cominciare.

Il Secolo XIX, 8 gennaio 2017