Centrosinistra?

Ho partecipato a un incontro sul tema dell’impegno politico dallo struggente titolo di “Corpo e Anima” mutuato dalla biografia politica di Luigi Manconi, un mio coetaneo che festeggia i suoi cinquant’anni di monogamica unione con questo nobile impegno. Nel dibattito non propriamente incandescente si è irradiata la piacevole sorpresa dell’intervento di un giovane, un giovane vero e proprio, un ventenne in carne ed ossa che ha raccontato la sua esperienza di giovane impegnato, cacio sui maccheroni. il tale pare reduce dalla lusinghiera nomina a giovane più maturo d’Italia; serio, composto, di sintetico ma gravido eloquio, sensibile e piuttosto colto in materia sociale e morale, ben vestito senza ostentare, barba curata ma non vanesia, un dono del cielo avercelo in casa, un BPT custodirlo nella federazione di un partito come si deve. A tal proposito gli ho chiesto se il suo esemplare impegno si estrinsecasse nell’ambito di un partito ed egli senza esitazione alcuna ha risposto che sì, egli si estrinsecava nelle file di un partito di centrosinistra, omettendone la sigla elegantemente negandosi alla pubblicità. Ho riflettuto molto su quella risposta, in particolare ho riflettuto sul termine da egli usato, partito di centrosinistra. È una definizione che, pur con tutta la mia ultrasessantenne esperienza, non mi è chiara. Mi è chiaro cosa sia una coalizione di centrosinistra, l’ho persino e più volte votata, ma non un partito, e non so immaginarmi come possa esserlo per un ventenne, geneticamente affamato di chiarezza e semplicità, di energiche certezze e vigorosi dinieghi, sì o no, qui o là, rigoglioso portatore di una contingenza ormonale da secoli estrinsecata nella romantica accezione di sturm und drang, impeto e tempesta. Dove porta l’impeto della tempesta, forse al partito di centrosinistra? E volendo prendere una strada, trovare una direzione, dovendo anche solo andare alla toilette, ci sono buone probabilità di trovarla laggiù in fondo a destra, svoltando a sinistra o diritto per dritto, ma non a centrosinistra, che è una misura che non esiste nella fisica del mondo e neppure nella più profonda e ostinata ricerca metafisica. Ma esiste nella convenzione politica, e ne ho incontrato un giovane, encomiabile sostenitore; in verità ora mi piacerebbe anche incontrare qualcuno tra le centinaia di migliaia che anche domenica scorsa hanno esercitato il loro diritto di voto con impeto e tempesta, ma quelli, malauguratamente, non vanno ai dibattiti.

Il secolo XIX, 11 dicembre 2016