Gautemala

La ministra Guidi, la Fede, è una brava ragazza. Magari non avrà molte altre qualità ma è davvero una gran brava ragazza, e se qualcuno si chiede perché sia mai stato fatto ministro, rifletta sul fatto che abbiamo avuto ministri che non erano nemmeno delle brave ragazze. Deve essere stata la cocca in famiglia, e anche nel governo, perché una brava ragazza si fa sempre voler bene da tutti e non da fastidio a nessuno, e lei stessa deve essere capace di volere un gran bene, con quel gran cuore da brava ragazza che ha. Il fatto che sia incappata in un mezzo delinquente senza cuore è purtroppo il destino di un numero straordinario di brave ragazze, sono prede elettive dei peggio malintenzionati grondanti come sono di buone intenzioni e pensieri dolcemente innocenti. E qualunque sia il destino giudiziario di ‘sto Gianluca Genelli, Gianlu, per le sue manghebe petrolifere, bisognerebbe che qualche giudice si occupasse di quello che ha fatto anche alla povera Fede. Non oso immaginarlo.
Gianlu, mi tratti come una sguattera del Guatemala.
È stupefacente che la ministra Guidi sia venuta a conoscenza dell’esistenza di una sguattera guatemalteca, perché i guatemaltechi sono già pochi in patria e rarissimi nel continente europeo, di fatto ignoti al mercato mondiale del personale di cucina, ma qualunque cosa abbia visto ha senz’altro conosciuto l’inferno. Non c’è popolo più disgraziato al mondo del guatemalteco. Discendenti dei nobili Maya, sono stati conquistati e fatti schiavi dagli spagnoli, e poi dai creoli e poi dalle multinazionali della frutta, e poi dalla CIA, un genocidio totale gli avrebbe quasi fatto un favore, visto che chi è rimasto vive nel paese più corrotto e ingiusto e insalubre del mondo. Rigoberta Manchù è l’unica guatemalteca che il mondo conosce, le è stato dato il Nobel perché ha combattuto tutta la vita contro quello schifo. E essere trattati come una sguattera guatemalteca, e non semplicemente come una cingalese o una filippina, non è solo una vergogna agli occhi degli umani di cuore, è una ripugnante faccenda che andrebbe meglio indagata.

Il Secolo XIX, 10 aprile 2016